
Gillian Welch – One more dollar

“One more dollar” è la testimonianza di uno spirito molto creativo, che è riuscito a creare una retrospettiva che si vede ascoltando gli arrangiamenti acustici e basilari, alcune songs sono persino in mono; e più ascolti questo pezzo, e più riesci ad apprezzare in maniera differente il lavoro fine ed elegante, un percorso dalle e delle origini, mantenendo la Tradizione e le radici più profonde della musica.
Gillian Welch, sebbene condizionata dalla musica californiana del presente, non suona musica Rock, o Punche se quello è parte del suo background culturale, ma abbandona il presente in favore di una ripresa vocativa. Canta della sorte della gente, dei minatori di carbone, di poveri contadini, di liquori e di tossicodipendenti e giocatori d’azzardo, e molti dei suoi critici pensano sia fin troppo Appalachiana, per una ragazza californiana. Per quanto mi riguarda “One More Dollar” è la traccia più forte dell’album, una storia dolorosa di un raccoglitore di frutta in una fattoria, che migra in California e si trova intrappolato, schiavo del proprio lavoro, ma che si promette di ritornare a casa dopo avere guadagnato abbastanza soldi, solo poi per ricadere ai margini, vittima del gioco d’azzardo e del bere quando una stagione di gelo distrugge tutto il raccolto. La sua sensibilità è religiosa, la sua voce riempie di saggezza sofferta, il suo sguardo si pone sui piaceri e sui dolori dello spirito. Dave e Gillian infine, dimostrano di conoscere intimamente la musica coutry rurale delle origini e delle tradizioni, e in una continua ricerca della trasparenza, e di tradizione, hanno creato insieme un tributo ad un rivitalizzazione di uno stile musicale di un tempo, anche conoscendo Dylan e le grandi influenze moderne. Come se riuscissero a ricreare quello che avrebbe potuto suonare la Carter family cinquanta anni fa.
Antonello Furione
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