
De Grinpipol

La grinta non manca in questo lavoro, si ascolti “No!” e “Get this happiness”, ma parlando di suoni tradizionali non dico che si debba andar sempre a ripescare i suoni caratteristici della regione, possiamo anche accantonare per un attimo launeddas e cori polifonici sardi, ma questo disco potrebbe essere qualcosa di diverso e più corposo se ci fosse qualche momento più inedito ed esclusivo. Rimane comunque sound piacevole, divertente e coerente: preciso, che non è da tutti. Il gruppo in classica formazione: batteria, basso, 2 chitarre, voce e cori è ben costruito ed è maturo per poter fare un passo ulteriore verso la ribalta. La sperimentazione dovrà continuare ad essere l’ingrediente principale partendo proprio dall’esperienza maturata dal vivo. Da tutte le influenze ascoltate, si potrà fare la differenza in quella capacità di costruzione soggettiva che si dovrà mantenere comunque elementare e diretta com’è ora, ma si dovrà trovare il coraggio di andare oltre, alla ricerca di quella genialità che ha ben prima di loro caratterizzato il successo dei colleghi inglesi e americani.
I DGP se riusciranno a svestirsi dall’abito “Jump hard rock cover” per sorridere sarcasticamente al mondo (come solo dei bravi “Green Grin men” sanno fare) e fare base in Sardegna, avranno modo di continuare a far ballare e divertire il pubblico, facendo loro bettere le mani (come scimmie…) con accenni di blues, chitarre ruvide e sonorità anni settanta. Con la costanza e la bravura che li contraddistingue potranno avere qualche carta in più da giocare proprio solo amalgamando il sound della loro terra con quello che già hanno nel cuore.
Antonello Furione
Contatti:
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